Lo Studio
COME NASCE IL NOSTRO PROGETTO
Il nostro progetto nasce e si sviluppa attorno all’esigenza di trovare momenti di osservazione e di confronto tra professionisti diversi (psicologi, pedagogisti, counselor, avvocati, assistenti sociali, mediatori familiari) che lavorano con famiglie multiproblematiche e conflittuali, con l’intento di acquisire una visione globale ed integrata dalle specifiche competenze per superare la frammentazione che spesso si osserva in questo ambito.
Eravamo alla ricerca di un linguaggio comune, nel rispetto delle differenze professionali, nella consapevolezza che interventi sociali, psicologici e giuridici non integrati rischiano di riprodurre ed aggravare la conflittualità del nucleo familiare anziché favorirne la composizione.
Oltre a ciò, in noi vi era il bisogno di muoverci in maniera più consapevole ed efficace in professioni che si occupano di situazioni di disagio relazionale e di conflitto, che sono spesso in contatto con la sofferenza dei bambini e degli adulti.
Nel 2017 tutto questo si è concretizzato in luogo: abbiamo aperto lo studio interdisciplinare SPG – Studio Giuridico e Psicologico che offre consulenza ed assistenza integrata dalle differenti competenze, con percorsi personalizzati e costruiti per rispondere alle specifiche esigenze dei nostri clienti.
METODO DI LAVORO INTERNO
Così come il cliente di fronte alle difficoltà non deve rimanere solo, riteniamo che sia altrettanto importante che il professionista condivida l’esperienza di lavoro con altre figure professionali, divenendo più sicuro nelle scelte operative grazie al confronto, al contenimento e alla condivisione delle responsabilità. Pertanto, su ispirazione dei lavori di uno dei gruppi condotti da Claudia Artoni Schlesinger a partire dagli anni 90 a Milano e denominato gruppo interdisciplinare giuridico-psicologico composto da magistrati, avvocati, psicoanalisti, nel 2017 abbiamo dato vita ad un gruppo interdisciplinare di discussione, condotto da una psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico esterna allo studio, nel quale vengono portati e discussi casi di lavoro, garantendo anonimato e privacy. “Il vertice di osservazione vuole essere l’assetto mentale dell’analista, chiamato a lavorare fuori dalla stanza d’analisi in contesti altamente conflittuali, imbrigliato nelle regole del percorso giudiziario” (cfr. “Bambini a rischio di ingiustizia” a cura di C. Artoni Schlesinger, Elisa Ceccarelli, Patrizia Gatti). Lo scopo di questo lavoro è di trarre dal confronto delle esperienze e dei punti di vista differenti, riflessioni e chiavi di lettura che ci aiutino ad essere professioniste più efficaci e consapevoli delle proiezioni che i casi che trattiamo suscitano in noi. Attraverso il lavoro del gruppo cerchiamo di tenere insieme i punti di vista, di ricomporre la frammentazione delle competenze, dei saperi e delle azioni dei vari professionisti.